Descrivere un'esperienza gastronomica esaltante può essere davvero complicato, perchè a volte ci si imbatte in momenti della vita talmente vicini alla perfezione, che le parole vengono meno, e non descrivono appieno le uniche ed irripetibili sensazioni, provate sul momento dal fortunato recensore.
La tensione è alta già da ieri sera, quando prepariamo gli ultimi dettagli per il viaggio verso la Toscana, carichi di grandi aspettative e di desideri gastronomici.
Finalmente l'orologio batte le 10:30 del mattino, e ci imbarchiamo sulla macchina di Piggo, che sarà la nostra "crociera del gusto" verso Badia di Moscheta.
In macchina siamo in 5: Piggo, io, Agata, Tilo e Shandron.
Tra questi "loschi" soggetti, solo io e mio padre siamo già stati in questo agriturismo, ed aprofittiamo per alimentare un già presente clima di fibrillazione, narrando alla nostra "ciurmaglia" le storie delle precedenti incursioni nel "Nuovo Mondo".
Il viaggio in macchina scorre via velocemente, grazie all'atmosfera rilassata fornita dalle chiacchere dei presenti, addolcite dalle storiche note del disco "Brothers in Arms".
Usciamo a Roncobilaccio, dove incontriamo il grande Kava, e percorriamo i successivi chilometri verso Badia assieme.
Man mano che continuiamo nel nostro iter, la grigia autostrada lascia spazio ad un paesaggio sempre più verde, che si dirama spaziosamente attorno a vie tortuose e sinuose.
Verso le 12:30 imbocchiamo la stradina sterrata verso il locale, mentre i suggestivi alberi, illuminati da un sole sfolgorante e tiepido, illuminano il nostro fortunato percorso.
Parcheggiamo e ci scambiamo delle poderose strette di mano (e FINALMENTE posso conoscere il grande Barbe, che si è rivelato una persona veramente educata,cortese e disponibile).
Ci incamminiamo assieme verso l'agriturismo, risalendo la piccola stradina in pietra che costeggia il ruscello, e veniamo subito caldamente ed amichevolmente accolti dai simpaticissimi Dante e Riccardo, che non dimostreranno solo una grande sapienza e professionalità, ma un'innata simpata e goliardia, molto apprezzate da tutti noi
Verso l'una, dopo che ci siamo sgranchiti le gambe e ci siamo assestati al nuovo ambiente silvestre, ci sediamo in un grande tavolo rustico di legno.
Riccardo, con grande maestria, ci stappa un meraviglioso prosecco, e brindiamo tutti alla nostra visita ed alla grande gioia del mangiare bene.
Dopo il "cin cin", ci rechiamo verso la cantina, che si trova all'angolo di un meraviglioso porticato in pietra dell'anno 1034.
Mentre Riccardo apre la porta di ingresso (su cui è presente un'incisione con scritto "1791"), una fresca e profumata brezza ci accoglie: all'interno di un piccolo spazio, a temperatura 16,9°, sono raccolte decine e decine di meravigliose e ricercate bottiglie d'annata.
Prendiamo due bottiglie di un meraviglio Chianti, che ci accompagnerà nella successiva ora.
Torniamo ai nostri posti, ed iniziamo a tuffarci nei saporiti abissi degli antipasti.
Il vino, estremamente profumato ed intenso, è il complemento perfetto ai meravigliosi crostini (con funghi porcini freschi e con un prelibato velo di salsa di fegatini) ed alle abbondanti porzioni di "Panzarella".
Quest'ultima è una fresca ed estiva "insalata" (ma sì, chiamiamola così), a base di pane raffermo(inzuppato ed ammorbidito in acqua), tocchetti di pomodori mediterranei e delicati, cipolla, sale, pepe, olio e aceto.
Questo antipasto mi ha davvero colpito molto, in quanto gli ingredienti erano tutti veramente genuini e gustosi, e regalavano un leggero ed ottimo "sapore d'estate" al palato.
Dopo poco, Riccardo torna, scambiando qualche battuta di spirito, e ci porta i primi piatti, ovvero i fantomatici tortelli di patate con prugnoli ed in salsa rustica.I primi sono molto delicati, ed è inutile dire che i funghi sono assolutamente freschi e di prima scelta (si può sentire distintamente il loro sapore piacevolmente amarognolo e la loro perfetta consistenza spugnosa), ed anche quelli al sugo rustico (a base di maiale e funghi) sono molto sfiziosi e ghiotti (con un "carattere" ed un sapore molto più deciso e forte).
Apriamo un'altra bottiglia di vino, portato da Kava, che risulta però un pò troppo pesante per i miei gusti, mentre Riccardo torna per mettersi d'accordo con noi su cosa portare successivamente.
Sorge un sentito dibattito tra i commensali, che io non ho seguito, in quanto ero estasiato dai meravigliosi sapori di un impegno culinario serio, dagli inebrianti fumi dell'ottimo vino e dalle fresche brezze, che a tratti provenivano dall'arcadico ambiente boschivo.
Mentre i secondi sono "in fieri", mi concedo un momento di pausa, nel quale mi dedico alla contemplazione di un paesaggio verde e naturale, ed all'ascolto dei meravigliosi suoni di una natura incontaminata, che si disperde rigogliosa fino all'orizzonte.
Finalmente capisco la sensazione di pace e di benessere che Virgilio descrive nelle "Bucoliche": niente è più bello che essere immersi nello sconfinato nulla, a contatto con un ambiente semplice e, ahimè, sempre più raro da trovare.
Ad interrompere i miei sognanti pensieri, è l'arrivo di due grossi piatti di sfiziosissime verdure impanate (piccoli cavolfiori, zucchine e patate) e di una grossa teglia di fagioli e cipolle, conditi "a crudo" con un olio casereccio (prodotto appositamente da un contadino della zona), sale e pepe.
Mentre spilucchiamo questi sfiziosi contorni, il buon Riccardo arriva, portando in braccio, avvolto da un lembo striato, un immenso pezzo di carne cruda, che sarà tramutato nella nostra tagliata.
Il nostro gentilissimo ed involontariamente poetico anfitrione, ci mostra con estrema solerzia ed orgoglio quel fantastico "blocco di bontà", mentre, come si suol dire, ci viene l'acquolina in bocca, ed i nostri occhi si fanno pallati e tratteggiati.
Indice di estrema qualità è l'etichetta che Riccardo stacca davanti ai nostri occhi dalla "ciccia", e che indica dettagliatamente la precisa provenienza e la storia dell'animale, che quindi è accuratamente selezionato per dare il meglio.
Con la stessa delicatezza con cui la madre tiene in braccio il figlio, Riccardo porta in cucina la carne, che sarà portata nei nostri tavoli sotto forma di tagliata, dopo una giusta attesa.
La carne, rigorosamente al sangue, è semplicemente perfetta.
C'è chi la preferisce con un pò d'olio o di sale.
Io personalmente me la gusto così, perchè a volte sono le cose più semplici ad avvicinarci alla perfezione.
Un giusto equilibrio tra nervo e morbido grasso, unito ad un sapore sublime e delicatissimo, determinano i grandi encomi ed le stupefatte lodi degli astanti.
Diciamolo, l'animale è morto per una giusta causa, o quantomeno è deceduto lasciando ad ognuno di noi un pezzo di sè.
Ci viene portata anche una piccola terrina di un tenero e delizioso stracotto, le cui morbide carni divoriamo senza pietà.
Kava, al termine dei secondi piatti, apre un Vin Santo meraviglioso, e brindiamo tutti nuovamente, gustandocelo con calma, assieme alle perfette torte caserecce, che farebbero invidia ad una qualsiasi massaia e rèzdora (ci sono pezzetti di un'ottima crostata di amarena e albicocca, ottimi cubetti di torta di crema con pinoli e squisiti cantuccini, che si sposano impeccabilmente con il vino dolce).
Tre caffè ed un dito di rum veramente "potentissimo" chiudono un pasto assolutamente irripetibile, che è stato anche accompagnato (lo ricordo perchè non vorrei sembrare un ubriacone ) da 5 bottiglie d'acqua.
Siamo passati attraverso ad un vero e proprio banchetto, in cui ogni minimo dettaglio era curato alla perfezione (dal piatto, al condimento, alla presentazione), ed il costo è stato talmente irrisorio da essere imbarazzante: 35 euro a testa.
Cinque cappelli non potrebbero essere più meritati, e non solo per il cibo, ma per la squisita, disponibile ed amichevolissima accoglienza (grazie Riccardo, grazie Dante, grazie Badia), per il suggestivo ed antico ambiente (come non essere colpiti da un pranzo in un luogo storico, abitato nell'Alto Medioevo da monaci vallombrosani?) ed ovviamente per la fantastica compagnia dei compagni di pranzo.
Un grazie speciale a tutti, per un'esperienza gastronomica altrettanto speciale, in particolare al magistrale staff di Badia, al fortissimo Tilo, ai simpaticissimi Agata e Vincenzo, al buon padre Piggo e al gentilissimo Barbe, che risponde perfettamente ai miei canoni di compagnia ideale a tavola.
Grazie anche a chi ha avuto la pazienza di leggermi fino a qui
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Rainman
Imperdibile!!!
[cioz]
25/05/2009
Ciao