Letta l'ennesima recensione positiva è il caso di provarlo. Non è esattamente dietro casa, ma va bene comunque. L'ambiente e l'arredamento sono spiazzanti, più da ristorante dell' omonimo hotel che da corollario alla tradizione, che invece per tutto il resto prevale. Scelta rispettabile, comunque, e probabilmente voluta e a contrasto. Lambrusco terre verdiane di Ceci, scurissimo, schiuma abbondante e persistente, di corpo ma non eccessivamente strutturato, molto piacevole, anche se più fresco l'avrei preferito, sicuramente molto diverso dal mio amato Sorbara ma apprezzato. Tortellini in brodo per lei, sfoglia giusta, ripieno saporito con una punta di parmigiano eccessiva, ma nel complesso buoni, pasta e fagioli per me, molto passati con pochi maltagliati e fagioli interi, spicca un sapore sovrastante di prezzemolo o probabilmente di sedano che rende il piatto non perfettamente equilibrato ma comunque anche questo viene gradito. Tagliata di cavallo con pomodorini e rosmarino per lei e filetto di manzo alla diavola per me, con senape, peperoni e peperoncino. Ottimi entrambi, sia per la qualità della carne che per la preparazione. Patate fritte e assaggi di contorni: resistiamo al carrello dei bolliti perché la loro presenza è ancora in circolo nel sangue dalle recenti feste, ma ad un assaggio di purè (preparato con l'aggiunta di mozzarella e parmigiano) e di fagioli con olio, aglio e peperoncino non diciamo di no, invogliati dalla simpatica verve del padrone di casa la cui modenesità si esalta ad ogni declamazione davanti a ciascun tavolo dei suoi gioielli custoditi nello scrigno dalle sembianze di carrello dei bolliti. Qualche dolcetto servito al tavolo accompagnato da una bottiglia di zibibbo (ottimi gli amaretti, buoni i cantucci, migliorabile la crostata), un caffè e conto totale di 68 euro, appropriato. Quattro cappelli pieni e meritati e a casa.

Consigliatissimo!!