Ignoro cosa possa aver portato un giovane chef di Prato, con alle spalle diverse esperienze, fra le quali spicca l'esser stato capo partita al El Celler de Can Roca di Girona, in quel di Marzabotto insieme a suo fratello.
Magari l'amore, chissà...
Sta di fatto che l'Enoteca Barsotti è una piacevolissima scoperta, che merita sicuramente di essere tenuta d'occhio.
Innanzitutto, partiamo dal nome: Barsotti, che è semplicemente il cognome dei due fratelli, Lorenzo in cucina e Francesco, sommelier, in sala.
Siamo in una piccola e tranquilla via parallela alla più famosa Porrettana, nel pieno centro di Marzabotto.
Da fuori si direbbe un classico locale di paese, alla buona.
Ed in effetti lo è, per l'arredamento semplice ma curato: pavimenti in palladiana, tavoli in legno scuro, bancone in legno all'entrata. Alle pareti, foto di una Marzabotto di un tempo che fu (con un'intrusione di un Covent Garden londinese in bianco e nero), mensole con diverse bottiglie e birre artigianali e diversi attestati di merito dello chef.
Le sale sono due, raccolte, capaci di ospitare comodamente una trentina di persone.
La proposta è quantomai interessante: a un più "semplice" menù spicciolo per pranzo, si affianca un ben più corposo, ed elaborato, menù alla carta a base di carne e pesce.
Se lo spirito del pranzo è quello di una pausa veloce con un ottimo rapporto qualità/prezzo, grazie a piatti semplici, come una penna all'arrabbiata a 3 euro (sì, TRE euro, non è un errore), vero è che per cena si possono scegliere piatti interessantissimi e mai scontati.
Decidiamo, insieme al buon Angelo ed il vecchio Longe, di sfidare una fredda e piovosa serata con i migliori propositi: una cena fra amici, tante chiacchiere e qualche buon calice di vino.
Prenotazione doverosa, se non addirittura indispensabile.
Dopo esserci accomodati ed aver ordinato due bottiglie di acqua (Monteforte), studiamo per bene il menù.
Come detto, i piatti sono sia di carne che di pesce, seguono giustamente la stagionalità delle materie prime e strizzano l'occhio, come normale che sia, vista la patria dei padroni di casa, a tipiche ricette toscane.
Giusto per incasinare la cucina, ma soprattutto perchè la curiosità di provare un po' tutto è tanta, scegliamo tutti piatti diversi.
La scelta ricade sul pesce per me, sulla carne per gli altri due.
Ad accompagnare il tutto, un ottimo Rosso di Montalcino 2009 di Lisini, che in effetti c'azzecca poco con i miei piatti, ma che si rivela perfetto con quelli degli altri. E dal momento che guido io, va benissimo che io lo assaggi semplicemente.
Nota di merito alla carta dei vini, una selezione importante (ed imponente) che non ci si aspetterebbe di trovare, dai ricarichi giusti, con cantine non scontate, che privilegia l'Italia e la Francia, ma che contempla diverse scelte internazionali, a partire dai Riesling alsaziani fino ad arrivare ai Calvados e ai Porto di qualità.
Fra gli antipasti per me appetibili, l'indecisione è tanta, vista la proposta: fonduta alle patate di Monte Sole con polpo e polvere di olive taggiasche, oppure battuta di ricciola, mela Smith e olio vanigliato. Ma vado a colpo sicuro leggendo scampi avvolti nel lardo di Colonnata con crema di fagioli cannellini al rosmarino.
A seguire, mi concedo un primo, uno spaghetto trafilato al bronzo con frutti di mare.
La scelta dei miei commensali, invece, ricade su di un primo ed un secondo per entrambi: tagliatelle con battuto di agnello, erbe aromatiche e pecorino, poi filetto di manzo fasciato nel lardo di Cinta Senese con tortino di fagioli all'uccelletto per Angelo, tortellini ripieni di faraona, in brodo, ai marroni di Granaglione e, a seguire, maialino di Mora Romagnola, croccante, con pere al dragoncello ed il suo ristretto per Longe.
Eccellente, tutto.
A partire dalla bella presentazione di ogni piatto, passando per la qualità delle materie prime, ottime, finendo sulla preparazione, impeccabile.
Per quanto mi riguarda, devo dire che l'antipasto si è rivelato di una delicatezza incredibile, ma dai sapori netti, ben distinti; ottimo poi lo spaghetto, grosso, sapientemente mantecato con i frutti di mare, davvero eccellenti.
Interessanti e particolari i tortellini, che ho assaggiato: certamente particolare l'idea del brodo con i marroni, ma l'abbinamento con il ripieno di faraona si rivela decisamente azzeccato.
Entusiastici i commenti sulle due tipologie di carne, saporita e morbidissima in entrambi i casi.
Visto l'andamento della serata, andiamo a colpo sicuro per un finale sicuramente vincente scegliendo anche tre dolci: una crema catalana, un flan di cioccolato con salsa alla vaniglia e pere al vino rosso ed una tarte tatin di mele salsa al calvados e gelato alle spezie, quest'ultimo accompagnato con una crème de Cassis.
Ottimi, manco a dirlo.
Concludiamo con tre caffè, che scegliamo volutamente nella moka (ma è presente anche quello espresso) ed un whisky pregiato per Angelo.
Il tutto per una spesa di 150 euro totali.
Giusta, considerando sicuramente la qualità dei piatti, ma anche i 23 euro del vino, i 7 euro della creme de Cassis ed i 7 euro del whisky.
In conclusione, un locale di qualità, giovane, con piatti finalmente non banali, curati sotto ogni aspetto, con un servizio competente e mai invadente.
Bravi davvero, i fratelli Barsotti...
Consigliatissimo!!
[Reginalulu]
03/11/2011