Dallo scorso dicembre il Patanegra ha cambiato gestione, ora il proprietario è un signore napolertano, molto simpatico e diretto, che dopo aver girato e lavorato in mezzo mondo ha deciso di tornare in Italia. La serata è da lupi, per arrivare al ristorante, che è sulla Giardini, all'inizio della salita che da Maranello porta a Serramazzoni, percorriamo una strada completamente imbiancata e solitaria, una scena da dottor Zivago.L'interno del ristorante è molto caldo, arredato in modo simpatico, con musica di sottofondo. Pochi i clienti, date le condizioni meteorologiche che invitano i più a stare a casa.
Siamo mia moglie ed io, tanto mio figlio ormai a 17 anni la sera va per i fatti suoi.Ci portano, accompagnandolo con un flute di Prosecco, un antipasto composto da bignè ripieni di besciamella e prosciutto, uova sode tagliate a pezzettini, lattuga, buono per oliare lo stomaco. Iniziamo con un assaggio di Patanegra, il più famoso prosciutto spagnolo, ottenuto da maiali neri di stazza media (150-160 chili) allevati allo stato brado e nutriti esclusivamente con ghiande, e per questo si chiama jamon de bellota, ghianda. Questo tipo di alimentazione permette al Patanegra (che significa zampa nera)di avere un grasso particolare che si scioglie in bocca e che ha un ottimo sapore. La parte magra risulta di gusto un po' più forte dei nostri Parma o San Daniele. Comunque un ottimo prosciutto, che non costa due soldi, ma che non è minimamente parente al normalissimo jamon serrano che abbiamo assaggiato a Madrid il mese scorso.
Continuiamo con una Parilla con patatas y verduras, una grigliata abbondante di maiale iberico, composta da filetti, costaiole, ed una doppia varietà di salsicce, guarnita da patate fritte e zucchine e melanzane alla griglia. Carne veramente ottima, tenera e saporita. Un gradevolissimo rosso ci ha accompagnato nella cena, un Infinitus Cabernet Sauvignon Tempranillo castigliano del 2009. Terminiamo con una crema catalana ed una fetta di torta al limone, ottime, e con due caffè e due limoncelli.
Una bella serata nonostante il clima polare e la neve che continuava a cadere fittissima, tanto che ad un certo punto della cena ci siamo chiesti "Ma riusciremo a tornare a casa?". Forse un filo cara la Parilla, ma obiettivamente la carne è molto buona. La prossima volta ordineremo la Paella Valenciana, a vedere se è buona come quella straordinaria assaggiata 10 anni fa in quel di Barcellona.
Consigliatissimo!!
[carolingio]
05/02/2012